DIES NATALIS DI GIULIA COLBERT DI BAROLO 19 gennaio 2015

DIES NATALIS  DI 

GIULIA COLBERT DI BAROLO

19 gennaio 2015


TORINO

ISTITUTO S. MARIA MADDALENA

Via Cottolengo, 22 – 10152 TORINO

Tel. e fax  011.5211903


Agli  amici di Giulia di Barolo

Vi invitiamo il giorno 17 gennaio 2015

presso la Casa Madre  in Via Cottolengo, 22


 

Per fare memoria di  Giulia e illuminare il nostro cammino

Ore  10.30   Accoglienza

Ore 11.00    S. Messa

Ore 12.30    Pranzo conviviale

Ore 15.00    Assemblea del Movimento Sursum Corda

 

Lunedì  19 gennaio alle ore 9.

CHIESA DI S. GIULIA

Piazza S. Giulia, 7 / bis – 10022 TORINO

 

Ore 9.00     S. Messa con la partecipazione delle Suore di S. Anna con gli alunni delle loro scuole,  rappresentanti dell’Opera Barolo, le suore Figlie di Gesù Buon Pastore, parrocchiani e amici di Giulia

 

PIACENZA

ISTITUTO BUON PASTORE

Via Mazzini, 81  - 29122 PIACENZA

 

Lunedì 19 gennaio

Ore 7,45     S. Messa nel 151° Anniversario del Dies Natalis di Giulia e nel 146° anniversario della Fondazione della Casa Generalizia a Piacenza

 

 

Nel fare memoria della Fondazione a Piacenza, desideriamo riportare parte della cronaca, che riporta l’arrivo delle nostre sorelle a Piacenza.

 

Per la Marchesa di Barolo, Cremona fu la prima attuazione diramata da Torino e Piacenza fu l'ultima speranza concreta della sua vita mortale. Infatti questa fondazione, concepita dalla Barolo nel 1863, non vedrà la luce che cinque anni dopo, proprio nel quinto anniversario della sua morte.

L’Istituto Buon pastore di Piacenza inizia ufficialmente la sua attività il 19 gennaio 1869. Com'era sorta l'idea di questa fondazione? E come fu ripreso e attuato, con tanto ritardo, quel progetto? Ne troviamo la risposta nella Cronaca manoscritta dell'Istituto ampiamente citata nella pubblicazione del centenario.

Tutto ha origine dall'accettazione nella Congregazione di una giovane piacentina, Luigia Beretta. Nel 1863 il vicario di Cremona don Ferdinando Manini riesce ad interessare al progetto  il vescovo piacentino Antonio Ranza che a sua volta incarica tre canonici della cattedrale, l'arcidiacono don Francesco Tedeschi Baldini, don Giuseppe Gazzola e don Pietro Giacoboni. I tre sacerdoti il 4 novembre 1863 sono a Cremona per visitare l'istituto delle suore.

Le cronache riferiscono che  ne “rimasero edificati assai e partirono soddisfatti e con buon volere d'appoggiare con la loro relazione sì pia opera presso il loro vescovo”.

Tutto sembrava avviato bene, ma la morte della Fondatrice fece slittare i tempi,  poi vi furono le trattative per la sede e il mantenimento delle suore.

Si giunge così al 5 dicembre del 1868 quando vengono individuate le suore che avrebbero dato vita alla nuova casa; sono suor Metilde  M. Superiora (già nominata dalla Fondatrice il 9 gennaio 1864), suor Gaetana M., suor Concessione M., quest'ultima il 1° gennaio  per motivi di salute è stata sostituita da suor Ferdinanda M.. Tali indicazioni – si apprende dalle cronache interne – sono state fatte all’unanimità.

Il 18 gennaio dell'anno seguente il gruppo di religiose può fare il proprio ingresso a Piacenza, da porta San Lazzaro, dove le attendeva un giovane inviato dal canonico Pietro Giacoboni, incaricato di guidarle il via Campagna. "Arrivate alla nostra piccola abitazione, - si legge  nelle cronache della Casa - trovammo il nostro Superiore Don Ferdinando Manini, il Signor Canonico Don Pietro Giacoboni ed il nuovo Superiore della piccola Casa Don Gaetano Botti. Quest'ultimo con la scopa puliva la nuova Cappella, Don Manini faceva il cuoco in cucina, ove aveva messo la carne e con un legno toglieva la schiuma, che senza avvedersi mandava sopra la propria veste di panno nero. Il Can. Don Pietro attendeva ad altre piccole faccende. Vi erano poi due uomini, uno di Cremona ed uno di Piacenza, cioè Carlino falegname nostro e Merenzio per altre occorrenze come spese commissioni ecc... . Al piano terreno vi erano pur tre sedie ed al nostro arrivo unendoci nella piccola cucina unitamente ai tre RR. sopranominati, nessuno osava sedersi, ed a vicenda ci facevamo offerte intanto che ognuno stava in piedi, meno la Suor Ferdinanda che per la forte emicrania dovette sedersi vicino al fuoco... . Liete ci preparavamo alla Sacra Funzione del mattino".

Ed è proprio la funzione del mattino, 19 gennaio 1869, un martedì, che nella storia della Congregazione viene ritenuto l’atto che segna l’avvio ufficiale. “ In questa prima notte – continua la cronaca interna- non si riposò molto  avendo i sacconi assai umidi pensammo essere bene il metter  una delle due copertine di lana sul pagliericcio e coricarci vestite con sopra l’altra.. Nel nostro cuore ognuna godeva per poter proprio provare gli effetti della santa Povertà! Il mattino venne il Rev. do Don Ferdinando Manini a celebrare: a voi pareva esser a Betlemme, quella lunga e bassa camera ( ex vasaia ), quel fienile sopra, la povertà dell’altare ( portatile ) tutto, tutto ricordava Betlem !!!

Durante la S. Messa si rese grazie a Dio, come anche dopo la Comunione. Egli lasciò il S.S.mo in Cappella e così venne aperta una Casa novella alla povera gioventù bramosa di ritornare a Dio, ed in giorno di cara memoria, perché anniversario del passaggio a miglior vita della Marchesa Giulia di Barolo nostra Fondatrice.” Il calice che utilizzò il celebrante rimase alla Congregazione come preziosa testimonianza del primo passo di una comunità che nel tempo avrebbe consolidato la sua presenza.

 

 

 

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