HO TOCCATO CON MANO LA FIDUCIA NELLA PROVVIDENZA
Suor Franca Barbieri racconta il suo viaggio tra le Figlie di Gesù Buon Pastore in Colombia e in Perù.
In occasione del mese missionario riportiamo per gentile concessione del Direttore del settimanale diocesano il Nuovo Giornale l’articolo di Elisa Bolzoni.
Fra le persone che intervengono domenica 28, c’è suor Franca Barbieri, madre generale delle Figlie di Gesù Buon Pastore, reduce da un viaggio tra le sue religiose in Sud America. Sorvolare la Cordigliera delle Ande, il sorriso dei bambini peruviani e colombiani. Queste sono le immagini impresse nella mente di suor Franca Barbieri, Madre generale delle Figlie di Gesù Buon Pastore, rientrata nella casa generalizia a Piacenza circa un mese fa dopo l’esperienza presso le consorelle in Perù e in Colombia in America Latina. Il viaggio, svoltosi fra il 27 aprile e il 23 maggio, ha avuto tappe e finalità ben precise: in Perù la diocesi di Abancay, dove quattro suore messicane della congregazione hanno aperto una nuova casa, poi Cusco e Lima, verso la Colombia, dove nella periferia della capitale Bogotá si spendono quotidianamente altre suore, sempre guidate dal carisma di Juliette Colbert (1786-1864). La volontà, chiaramente, quella di far sentire la vicinanza delle consorelle italiane alle suore che si impegnano con costanza a fianco di popolazioni povere e la cui fede deve essere rinforzata e ravvivata.
In Perù
“Sono stata davvero contenta di condividere con le altre suore questa vita semplice. Mi ha colpito molto l’accoglienza che ho ricevuto dal vescovo e che l’intera congregazione ha avuto in questi mesi dal clero peruviano. Le nostre sorelle sono sempre molto seguite, supportate e incoraggiate nel loro servizio”. Il viso di suor Franca viene illuminato da un sorriso dolce e rassicurante quando racconta del suo arrivo ad Abancay e quando spiega come, un po’ per caso, un po’ perché la Provvidenza di Dio percorre sempre strade inaspettate, la congregazione ha aperto una casa in Perù. “Siamo presenti in Messico da parecchi anni - ha iniziato suor Franca - ma non avevamo alcun contatto o punto di riferimento in Perù. Un medico che lavorava con noi si è però trovato ad operare nella diocesi di Abancay e a collaborare con il vescovo Gilberto Gómez González. Non avevano mai avuto un’opera come la nostra, però, confrontandosi, ne avevano intuito la potenzialità, mancava un’opera costante di evangelizzazione”. E così, ormai da un anno le suore del Buon Pastore sono diventate una guida per le popolazioni delle 18 parrocchie della diocesi. Suor Franca, durante la sua permanenza, ha potuto toccare con mano questa realtà: le quattro consorelle in Perù si spendono nell’evangelizzazione con percorsi di catechesi nelle parrocchie ma anche insegnando religione nelle scuole, ma sono pure preziose per i bambini, che spesso sono cresciuti dai nonni o dai fratelli più grandi perché i genitori sono molto impegnati con l’allevamento e i campi. “Mi sono recata a Patibamba, per dare il pranzo ai bambini poveri - ricorda la religiosa -; avevamo preparato per circa 12 bambini, ma verso la fine del pranzo li abbiamo contati, erano in 24! Allunga la pastasciutta, la bevanda, cerca sugli alberi la frutta e alla fine tutti hanno avuto di che sfamarsi. È stata una esperienza bellissima”.
Colombia, paradiso amaro
“Ero già stata in Colombia per visitare la nostra missione, all’estrema periferia sud di Bogotá. In questa città, molto estesa, il centro ha grandi palazzi, negozi immensi, mentre nella periferia c’è tanta povertà, le colline circostanti sono ricoperte di baracche e alloggi di fortuna”. Il contesto cambia decisamente da quello peruviano, così come l’opera delle consorelle di suor Franca. Da sette anni, infatti, lavorano nella parrocchia che conta oltre 10mila abitanti. “C’è tanta miseria, tanto degrado, alcool, droga e bande di ragazzi allo sbando che purtroppo vivono nella violenza. Le suore sono diventate un punto di riferimento per la popolazione ed ho potuto ammirare una grande crescita rispetto alla mia ultima visita 4 anni fa. Ora la chiesa conta 33 gruppi di laici che animano l’attività pastorale e che sostengono il clero nel difficile compito di portare la parola di Cristo in questa realtà così complicata”. Una situazione così complessa che, talvolta può portare allo scoramento: non è il caso delle Figlie di Gesù Buon Pastore che da oltre un lustro si impegnano per i bambini, ad essere vicini alle popolazioni seguendo il carisma della misericordia della madre fondatrice. “C’è bisogno anche di tanta evangelizzazione - continua suor Franca -. Spesso la fede è di tradizione, è necessario aiutarli a scendere un po’ più in profondità, così come cerchiamo di metterli in guardia dalle tante sette che li illudono e li portano su strade pericolose”. Anche in Colombia la religiosa è rimasta colpita dalla semplicità e dalla forza della popolazione locale, oltre che dal bellissimo santuario di Monserrate, costruito dagli spagnoli nei primi decenni del 1600 e dedicato alla caduta di Gesù sotto la croce. Esso si trova a 3.170 metri d’altezza e da lassù si può ammirare la capitale dall’alto. “Cosa mi porto da questo viaggio - ha concluso suor Franca -? Sicuramente la semplicità e umiltà d’animo dei sudamericani, la loro splendida fiducia nella Provvidenza e la loro capacità di avere un ritmo di vita più umano, in cui alle cose veramente importanti non viene rubato tempo. Sanno essere felici della loro vita, sanno ancora essere comunità”.
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